domenica 22 gennaio 2012

EDUCAZIONE

Il termine Educazione deriva etimologicamente dal dal verbo latino educĕre (cioè «trarre fuori, "tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro"), derivante dall'unione di ē- (“da, fuori da”) ed edūcĕre (condurre). Secondo altri, deriva dal verbo latino educare ("trarre fuori, allevare").
La parola educazione è spesso ritenuta complementare di insegnamento o istruzione anche se quest'ultima voce tende ad indicare metodologie più spiccatamente "trasmissive" dei saperi. Tuttavia, sebbene le strategie pedagogiche possano essere parte di un percorso educativo, il significato di educazione è più ampio e mirante ad estrapolare e potenziare anche qualità competenze  inespresse. 
Se dal punto di vista etimologico il significato della parola appare chiaro, nella lingua italiana il suo utilizzo, rispetto a termini come istruzione o formazione, è talvolta equivoco anche in testi normativi e pedagogici.

La scuola, intesa come istituzione preposta alla divulgazione delle nozioni, sta alla base di qualunque Civiltà, in quanto è la conoscenza che determina in maniera inequivocabile la direzione che la Civiltà stessa promuove.
Al di là delle nozioni esiste qualcosa di ancora più importante, ovvero l'educazione relazionale ed etica e la guida alla scoperta delle proprie capacità ed inclinazioni personali, l'educazione all'autoconoscenza.
L'individuo, infatti, impara a conoscersi e si definisce grazie ai rapporti con il prossimo ed è la salubrità di tali rapporti che getta le basi della sua personalità. Questo tipo di educazione richiede la sinergia scuola-famiglia.

L'educazione familiare gioca un ruolo fondamentale per la formazione di un buon allievo e le due realtà non devono assolutamente prevaricarsi, ma confrontarsi al fine di generare miglioramenti reciproci.

Negli anni della scuola primaria è quindi indispensabile la figura dell'insegnante, perché  niente è più importante di questi primi anni per formare i metodi e gli strumenti necessari che stanno alla base dell'apprendimento e soprattutto per l'esperienza unica offerta dai primi rapporti umani al di fuori dell'ambito parentale.
La scuola come ambiente deve essere non solo sicuro e degnamente attrezzato, ma soprattutto confortevole e positivo, ossia capace di favorire la curiosità e la serenità, stati emozionali indispensabili per l'attenzione e l'apertura all'apprendimento.

La figura dell'insegnante unico demonizzata dai sindacati del settore e' più che sufficiente se messa in relazione ad un numero massimo ragionevole di allievi all'interno di una classe ed al  bagaglio culturale che questi deve trasmettere agli allievi.

Le scuole superiori e università, in quanto non più scuola dell'obbligo, potrebbero essere ridimensionate dal punto di vista delle aule.
La cosa più importante delle scuole superiori e dell'università sono indubbiamente i laboratori o le possibilità di scambio con il mondo del lavoro.
I laboratori infatti potrebbero quasi essere visti come stage e lezioni teoriche potrebbero essere tenute on-line riducendo così la possibilità di perdere lezioni dagli studenti assenti per malattia, le esercitazioni da fare a casa potrebbero essere recapitate per posta elettronica.
Se i programmi per ciascuna materia e per ciascuna unità didattica fossero strutturati in maniera più rigida  e precisa, i docenti sarebbero facilitati nel trattare un argomento alla volta in maniera più esaustiva e la possibilità da parte dei discenti di accedere più volte allo stesso contenuto rendere più accurata la loro preparazione.   In tal modo gli allievi potrebbero scegliere l'insegnante a loro più congeniale ed in base all'accesso ai contenuti si potrebbe meglio valutare la qualità dei docenti, penso che risulti intuitivo comprendere che le lezioni più "partecipate" saranno le migliori o quanto meno le più facili da comprendere,  mentre quelle meno "partecipate" saranno facilmente attribuibili ad insegnanti non preparati o quanto meno poco comprensibili, sempre prendendo come denominatore i risultati di fine sessione degli allievi.
Sulla base di questi dati incrociati, gli insegnanti con meno rendimento dovranno obbligatoriamente partecipare a corsi di aggiornamento al fine di migliorare la loro preparazione o loro capacità divulgativa.

Le verifiche per le conoscenze acquisite da parte degli allievi dovranno essere assolutamente tenute in ambienti idonei dove non vi sia la possibilità di consultazione di materiale che potrebbero ovviamente falsare le prove. La standardizzazione delle stesse renderebbe molto più veloce e pratica la correzione a favore della frequenza degli appelli, ma senza gravare sullo spreco di risorse umane.

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